Titolo originale: The Lodgers Paese: Irlanda Anno: 2017 Durata: 92 minuti Genere: Horror, Drammatico
Sceneggiatura: David Turpin Fotografia: Richard Kendrick Montaggio: Tony Kearns Musiche: Kevin Murphy, Stephen Shannon, David Turpin Scenografia: Joe Fallover Costumi: Sarajane Ffrench O'Carroll Trucco: Edwina Kelly, Sandra Kelly, Debbie McDonald, Rachel Molloy, Aoife Noonan Effetti speciali: Aoife Noonan, Ben O'Connor Produttore: Julianne Forde, Ruth Treacy Produzione: Epic Pictures Group, Avatar Audio Post Production, Bowsie Workshop, E-Color Studios, Outer Limits Post Production, Point.360, Tailored Films Distribuzione: M2 Pictures Data di uscita: 08 Marzo 2018 (Cinema)
Una maledizione confina i gemelli Rachel ed Edward nella loro casa di famiglia come punizione per i peccati commessi dai loro antenati. Costretti a rispettare le regole di un’inquietante ninna nanna, i gemelli non devono mai fare entrare estranei in casa, devono andare a letto entro mezzanotte, e devono sempre stare insieme senza mai separarsi. Rompere anche una delle tre regole scatenerebbe l’ira delle sinistre presenze che appaiono nella dimora di notte. Mentre Edward è rassegnato a dover vivere questa drammatica esistenza, il ragazzo inizia a essere sempre più sconvolto dal fatto che Rachel non lo sia. Affascinata da un soldato del luogo, la ragazza inizia a ribellarsi nel disperato tentativo di scappare dalla sua opprimente prigionia.
Tra il realismo rappresentato dal reduce di guerra e le dure condizioni della vita contadina e il fiabesco rappresentato dal bosco incantato percorso da una Rachel non dissimile da una Cappuccetto Rosso in versione dark, la storia si dipana ambigua e cupa, ricca di atmosfera e di inquietudine. I tocchi morbosi e al tempo stesso innocenti che costellano il rapporto tra i gemelli forniscono un retroterra psicologico complesso e interessante capace di colorare di tinte opache e ombrose la vicenda. La caratterizzazione dei due protagonisti è sottile ed efficace, tale da garantire la diversità nella somiglianza, con il tremebondo Edward a macerarsi e la più volitiva Rachel a cercare, forse, una via di fuga. L'arrivo dell'avvocato di famiglia rappresenta l'irruzione dei problemi pratici - problemi finanziari - in una bolla di vacua e macabra immobilità, segnata dallo strano e lugubre destino che colpisce la famiglia da generazioni. E lugubre, malata, è l'atmosfera accuratamente creata a sorreggere e circondare storia e personaggi. Un'atmosfera pervasiva tanto tetra quanto figurativamente raffinata che si precisa sempre più nei suoi contorni suggestivi accompagnando la costruzione di un mistero inquietante in bilico tra la colpa di un passato che si ripercuote sul presente e la banalità del male che gli uomini possono fare nella quotidianità (pur se la gang di teppisti locali resta un po' vaga e imprecisata nella caratterizzazione e negli scopi, giocando un ruolo marginale e puramente funzionale). La parte conclusiva che dovrebbe essere quella dove i nodi si sciolgono e i conti tornano è forse la meno persuasiva con il melodramma che si intorbida e si inturgidisce in un susseguirsi di scene madri impreziosite da immagini affascinanti e da qualche buon momento di pathos, ma che, tra qualche lungaggine di troppo, non trova una chiusa del tutto convincente, almeno sotto il profilo narrativo. L'ambientazione in un'epoca di grandi cambiamenti, ma ancora di grande arretratezza sociale per le donne non è casuale e difatti il film può essere visto come un'allegoria della lotta di una donna per la propria indipendenza in una situazione sociale di chiusura e oppressione. A emergere in modo significativo è quindi la figura femminile struggente e determinata interpretata con grande capacità e convinzione dalla giovane Charlotte Vega, che si dimostra capace di padroneggiare i vari registri espressivi necessari a dare giustizia al suo personaggio. Buona la resa anche del resto del cast con in buona evidenza il bravo caratterista David Bradley che molti ricorderanno nei film di Harry Potter. Dopo un altro horror interessante (Let Us Pray del 2014), Brian O'Malley si conferma regista bravo e abile nel creare affreschi di sinistra bellezza, stavolta omaggiando - immergendola nel contesto irlandese - la grande tradizione gotica del cinema e della letteratura britannici. Forse una maggiore concisione e un miglior senso del ritmo avrebbero giovato, ma l'atmosfera magica e sognante del film resta nella mente.