Titolo originale: The First Purge Paese: USA Anno: 2018 Durata: 98 minuti Genere: Azione, Horror
Sceneggiatura: James DeMonaco Fotografia: Anastas N. Michos Montaggio: Jim Page Musiche: Kevin Lax Scenografia: Sharon Lomofsky Costumi: Amela Baksic Trucco: Gabe Acero, Jon Carter, Leo Corey Castellano, Monique Hyman e altri Effetti speciali: Ray Bivins Produttore: Jason Blum, Michael Bay, Brad Fuller, Andrew Form, Sebastien Lemercier Produzione: Platinum Dunes, Blumhouse Productions, Perfect world Distribuzione: Universal Pictures Data di uscita: 5/7/2018 (Cinema)
Per abbassare il tasso di criminalità sotto l'1 percento per il resto dell'anno, i Nuovi Padri Fondatori d'America (NFFA) sperimentano una teoria sociologica che dà libero sfogo all'aggressione per la durata di una notte in una comunità isolata. Quando però la violenza degli oppressori incontra la rabbia degli emarginati, il contagio esploderà dai confini periferici della città espandendosi per tutta la nazione.
Dal thriller claustrofobico del primo film, in cui lo Sfogo - in originale The Purge - era poco più di un pretesto narrativo, a una vera e propria saga che intende raccontarci un futuro che non vorremmo mai vedere. E che gli eventi odierni annunciano come possibile, in un mondo che sembra aver perso il senno. La serie di film di James DeMonaco - che qui si limita a produrre, affidando la regia a Gerard McMurray - è un cavallo di battaglia delle promozioni Blumhouse, che si nutre di questi accostamenti inquietanti con il presente per tradurre le nostre paure in paradossi da B movie. Un'esasperazione e semplificazione di comportamenti spesso subdoli e doppi, ricondotti a una più chiara identificazione di dove stia il Male. È quel che si chiede e si è sempre chiesto al cinema di genere, d'altronde, e che la serie de La notte del giudizio ha generosamente restituito, con un legame così stretto con il presente politico da trasformare il suo ultimo atto in una sorta di anteprima della temuta elezione di Donald Trump. La prima notte del giudizio parte da qui, con tanto di battuta elementare e intraducibile che fa riferimento al presidente in carica: e se tecnicamente il film di McMurray costituisce un prequel, nei fatti è il risultato di come la saga si sia (inaspettatamente) evoluta in questi anni. Il fascino della scoperta del mistero legato alla notte dello Sfogo, dell'inquietudine irreale che precede il suo arrivo e che caratterizza ogni suo momento, rischia ormai di scolorire nella prevedibilità. La componente thriller passa talmente in secondo piano rispetto alla rivolta sociale da portare alla rinuncia di colpi di scena e soluzioni di sceneggiatura che sembrerebbero quasi inevitabili (come lo spreco del potenziale di suspense del folle Skeletor nel finale). Ma il coraggio di mettere in scena un film in cui i personaggi di razza caucasica rappresentino sempre il male e in cui i protagonisti siano tutti afroamericani indigenti colpisce in ogni caso. E continua a rappresentare una sferzata in un mondo ripiegato su abitudini così radicate da nascondere la loro natura discriminatoria. Neppure l'ultimo Spike Lee è arrivato a tanto. Se Scappa - Get Out, altra produzione Blumhouse, ci aveva aperto gli occhi sulla percezione della questione razziale, La prima notte del giudizio aumenta il carico, svolgendo il suo sporco lavoro con generose dosi di piombo.