Titolo originale: Ulysses: A Dark Odyssey Paese: Italia Anno: 2018 Durata: 110 minuti Genere: Azione, Drammatico
Soggetto: Basato sull'Odissea di Omero Sceneggiatura: James Coyne, Federico Alotto, Andrea Zirio Fotografia: Davide Borsa Montaggio: Paolo Damiano Dolce, Renato Semolini Musiche: Alan Brunetta Yellows Scenografia: Giada Cerbone Costumi: Agostino Porchietto Trucco: Vanessa Cerrauto, Salone Simposio Effetti Speciali: DRK Production Produttore: Federico Alotto, Andrea Zirio Produzione: Adrama, DRK, TVCulture Distribuzione: Adrama Sito ufficiale: www.ulyssesthemovie.com Data di uscita: 14/6/2018 (Cinema)
Taurus City, giorni nostri. Un militare di carriera, soprannominato Ulysses, rientra dal fronte portando nel corpo e nell’anima i segni della guerra. Una guerra che prova a dimenticare cercando risposte nel passato. Rimasto per sette anni in un luogo dimenticato da tutti, riesce a fuggire ed a tornare a casa, ma scopre che sua moglie Penelope è scomparsa. Grazie all’aiuto di Niko, compagno d’armi con cui ha condiviso il dramma della guerra, intraprende la sua personale Odissea alla ricerca della donna. I due incontrano figure inquietanti e surreali: il kebabbaro Pòpov, Aeo “Dio dei venti”, l’enigmatica e bellissima transessuale Hermes, Cici un’affascinante maitresse, The Seer che conosce il passato di Ulysses e gli rivela che ha un figlio, la seducente Kaly ed infine Alcyde che, dopo aver ascoltato le sue vicende, lo accompagna nell’ultimo tratto del viaggio. Ognuno dei personaggi che Ulysses incontra gli restituisce, nel bene e nel male, un pezzo della sua storia.
Ci sono film che fanno ben sperare nel cinema italiano e Ulysses. A Dark Odissey è uno di questi. Innanzitutto per la sua 'esportabilità'. Troppe nostre opere, anche di buon livello, si fermano a Ventimiglia o al Brennero perché assolutamente legate al regionalismo o, comunque, a codici comportamentali e a dinamiche sociali difficili da 'leggere' all'estero. Il film di Federico Alotto supera brillantemente l'ostacolo fin dalle origini (una sceneggiatura scritta dal regista e dal protagonista insieme a James Coyne che ha firmato gli script di Sherlock Holmes III e di Treasure Island) . A questo si aggiunge un cast internazionale che mette a confronto esperienze professionali molto diverse e consente ad attori come Danny Glover, Udo Kier e Jessica Polsky di cesellare ruoli differenti da quelli affrontati in precedenza, senza contare la presenza del tutto nuova di Skin nei panni di un personaggio tanto potente quanto enigmatico. Ma ciò che più colpisce sin dai titoli di testa è lo spirito con cui si è affrontata questa rilettura di Omero (ma anche di Joyce). Nessuna pretesa illustrativa o intellettualistica quanto invece un entrare nello spirito della classicità per ambientarla in un tempo e in uno spazio del tutto originali. La Torino (Taurus City) di Alotto è una Sin City a colori che non parte da un fumetto ma che si riferisce ad un'idea grafica precisa che viene delineata sin dai titoli di testa. È una città distopica in cui dominano droga e corruzione, in cui l'"alto" (il signore della città) controlla che il "basso" resti tale seppur nelle sue molteplici manifestazioni. I suoi spazi reali vengono trasformati in funzione di dimensioni esistenziali di volta in volta diverse e se non fosse per quella Mole Antonelliana, che ogni tanto compare nelle inquadrature dall'alto, nessuno potrebbe mai pensare di trovarsi nel capoluogo piemontese. È un viaggio quello proposto, un''odissea' alla ricerca di una persona, l'unica donna veramente amata e di una identità che questo Ulysse ha perduto a causa della guerra. Divenuto realmente un Nessuno ha bisogno di ritrovarsi come essere umano e lo fa in un film in cui azione e riflessione si fondono con efficacia.