Theatrical Release: 2018-03-08 DVD Release: 1970-01-01 Torrent Release: 02-11-2018 by user
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Movie Genre:
Drama
Runtime:
98 min.
Parental Rating:
N/A
Awards:
1 win & 3 nominations.
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DESCRIPTION
Titolo originale: Nome di donna Paese: Italia Anno: 2018 Durata: 98 minuti Genere: Drammatico
Soggetto: Cristiana Mainardi Sceneggiatura: Cristiana Mainardi, Marco Tullio Giordana Fotografia: Vincenzo Carpineta Montaggio: Francesca Calvelli, Claudio Misantoni Musiche: Dario Marianelli Scenografia: Giancarlo Basili Costumi: Francesca Livia Sartori Trucco: Gabriele Gregorini, Giorgio Gregorini Effetti VFX: Benedetta Cappelloni Produttore: Lionello Cerri Produzione: Lumière & Company, Rai Cinema, Celluloid Dreams Distribuzione: Videa - CDE Data di uscita: 08 Marzo 2018 (Cinema)
Nina si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Lombardia, dove trova lavoro in una meravigliosa residenza per anziani. Un mondo quasi fiabesco. Dove però si cela un segreto scomodo e torbido. Nina sarà costretta a confrontarsi con le sue colleghe, italiane e straniere, per affrontare il direttore della struttura, Marco Maria Torri, in un’avvincente e appassionata battaglia sul diritto di essere donna.
Inseguono tutti lo stesso sogno i personaggi del cinema di Marco Tullio Giordana: cambiare il mondo e renderlo un po' meno ingiusto di quello che è. Sorella ideale del ragazzo di Cinisi (I cento passi) e dei fratelli Carati (La meglio gioventù), tocca a Nina questa volta sottrarsi alle regole del gioco, rompendo un 'contratto sociale' basato sulla connivenza, il silenzio e l'omertà. Nina denuncia l'orco dentro un film girato nell'urgenza e nella necessità di raccontare i nodi irrisolti e le contraddizioni laceranti della realtà sociale contemporanea. Dopo il caso Weinstein, che ha rimesso violentemente in discussione i privilegi, la dominazione e i crimini sessisti, (anche) il cinema italiano prende la parola e si interroga provando a smontare il meccanismo del patriarcato. Marco Tullio Giordana racconta una storia emblematica, il rovesciamento di un ordine antico drammatizzato a blocchi e sbalzi, interrotto da punti esclamativi visivi, qualche 'spiegone' di troppo e lampi di passato che scompaginano la logica narrativa, fiaccando l'indignazione e la tensione morale. Al di là dei contenuti (nobili), le intenzioni (lodevoli) e i risultati (illustrativi), il cinema dell'autore respira ancora l'aria di impegno civile e l'orgoglio di chi si sente e si vuole diverso dalla cultura diffusa e condivisa. Come Nina che non tollera la tentazione di giustificare (don Roberto Ferrari) o di accettare (Alina e colleghe) l'abuso per il semplice fatto che esiste. Coerente coi personaggi rappresentati da Marco Tullio Giordana, la sua eroina (stra)ordinaria è fedele a una scelta etica di fondo che la porta a fare dell'onestà, soprattutto con se stessa, un imperativo categorico irrinunciabile. Se La meglio gioventù è un fluviale come eravamo, Nome di donna è un sincopato come siamo nell'epoca di un rinnovato impegno femminista. Un impegno che per l'autore e la sua protagonista passa per una presa di coscienza comune, per la capacità di sostituire al gioco della competizione un'immagine di adesione, di solidarietà, di uguaglianza. Interpretato con misura da Cristiana Capotondi e scritto con (troppa) enfasi da Cristiana Mainardi, il film, quasi un legal drama, soffre il didascalismo e fatica a trovare le parole giuste. A svolgere un'operazione formale sul linguaggio per costringerlo a dire altro rispetto all'ovvietà della significazione quotidiana, per creare un mondo e renderlo plausibile, facendoci sentire l'assoluta e umanissima banalità del male.